È questo infatti il principio alla base del lighting design, una professione affascinante e meno giovane di quello che sembra, ma anche una forma d’arte che è nata nei teatri e si è poi messa al servizio dell’home styling.
Oggi, durante un progetto di ristrutturazione o costruzione residenziale, potete rivolgervi ad un lighting designer per ottenere un’organizzazione dell’illuminazione efficace o un tema luminoso capace di esaltare l’architettura della casa, ma anche per… vivere meglio, perché sempre più la progettazione della luce domestica tiene conto del benessere di chi ci abita, del rispetto del ritmo circadiano e della personalizzazione sulla base del life style di ciascuno.
In bagno, in camera da letto o in soggiorno la luce può donare una sensazione di comfort e relax, per esempio retro illuminando alcuni elementi d’arredo.
In alcune stanze la luce deve essere necessariamente diretta, come per i piani di lavoro in cucina o per il tavolo della sala da pranzo.
Grazie alla domotica è possibile accendere e spegnere qualunque luce dal proprio telefono. Siete già andati a letto e avete dimenticato la luce accesa in cucina? Non dovete alzarvi per spegnerla.
Se nel vostro appartamento non potete rinunciare ad una zona lavoro, da condividere eventualmente e ad orari alterni con altri membri della famiglia che la utilizzano per studiare, disegnare o semplicemente giocare al computer, il lighting designer può predisporre un sistema di illuminazione con profili luce diversi e personalizzati per ciascun membro della famiglia, attivabili per mezzo di un’app.
In camera da letto la luce può automaticamente o manualmente rispondere alle esigenze di chi la sta utilizzando, accompagnando le persone verso il riposo o il risveglio.