La donazione della casa ai propri figli è un’azione che comporta numerosi vantaggi all’interno della famiglia. Tale atto può essere esteso anche a terzi estranei al nucleo familiare o a parenti lontani, ma in tal caso le imposte applicate possono risultare assai onerose.
Cosa bisogna sapere per fare una donazione di immobile ai figli nel modo corretto?
Innanzitutto, è fondamentale comprendere che la donazione è un contratto di carattere gratuito, basato sull’arricchimento dell’altro. In questo caso, il donatore è il genitore che decide di donare l’immobile ai propri figli per spirito di liberalità e affetto.
La donazione immobiliare ai figli può avvenire in due modi: tramite donazione diretta o indiretta. Nel primo caso, il genitore già in possesso dell’immobile, lo cede direttamente al figlio in presenza di un notaio. Nel secondo caso, invece, il genitore non è ancora in possesso dell’immobile ma una volta che lo acquisterà, lo intesterà direttamente al figlio o donerà la somma necessaria per l’acquisto del bene.
Da un punto di vista fiscale, la donazione di un immobile ai figli è soggetta al pagamento di determinate imposte da parte del ricevente. Tuttavia, esistono alcuni casi in cui si può essere esentati dalla tassazione.
In ogni caso, è importante programmare attentamente la donazione, tenendo conto di tutti i possibili rischi e regole che si devono seguire. Consultare un professionista esperto in materia, come un avvocato o un commercialista, può essere utile per prendere decisioni informate e garantire che tutto sia fatto nel modo giusto.
Ma quando è conveniente donare la casa ai figli?
La donazione si rivela particolarmente vantaggiosa quando si intende anticipare una successione. In questo modo, infatti, il proprietario dell’immobile può cederlo in vita e godere di numerosi privilegi quali:
– l’opportunità di acquistare un’altra abitazione vantando gli stessi privilegi fiscali e agevolazioni previste per la prima casa;
– l’evitamento delle tasse sulla seconda casa;
– la prevenzione di eventuali procedure di pignoramento promosse dai creditori in situazioni particolari.
I vantaggi per i figli, invece, sono di natura prevalentemente economica. La proprietà viene ceduta a titolo gratuito e senza alcun corrispettivo in denaro, differenziandosi dunque dal caso di una vendita tradizionale. Inoltre, la donazione può essere effettuata sia rivolta ad un singolo figlio, sia attraverso la divisione delle quote tra i vari eredi.
Costi donazione immobile
Per effettuare una donazione di un immobile, è essenziale valutare i costi associati all’atto. Generalmente, tali costi includono la parcella del notaio e le imposte da versare, tra cui:
– L’imposta sulle donazioni, che rappresenta un’aliquota variabile in base al grado di parentela tra donante e donatario. Nel caso della donazione a figli, non è prevista alcuna imposta fino ad un valore dell’immobile pari a 1 milione di euro (franchigia). Al superamento di tale importo, l’imposta applicata è del 4% del valore dell’immobile.
– L’imposta di registro, di importo fisso pari a 200 euro qualora si superi la franchigia di 1 milione di euro.
– Imposte ipotecarie e catastali, pari rispettivamente al 2% e all’1% del valore dell’immobile. Tuttavia, se l’immobile costituisce la prima casa, l’imposta è di 200 euro in misura fissa.
– L’imposta di bollo, pari a 230 euro in misura fissa solo per gli atti soggetti ad IVA.
– L’imposta di trascrizione, pari a 90 euro in misura fissa solo per gli atti soggetti ad IVA.
– Visure ipotecarie e catastali, variabili in base alle necessità e comprese in circa 100 euro.
Inoltre, è importante considerare anche le spese notarili, le quali dipendono dalla complessità dell’atto e dalla tariffa del notaio.
Tuttavia, non è possibile stabilire in anticipo i costi del notaio, poiché essi dipendono dalla complessità dell’operazione e dalla decisione del notaio stesso, il quale applica una percentuale variabile in base all’entità della parcella. Durante la stipula dell’atto notarile, andranno versate anche le imposte relative alla donazione.
Donazione immobili rischi
Tra i rischi che possono insorgere durante una donazione immobiliare, il più comune è l’esposizione alle azioni legali dei figli lesi nella quota legittima. Nel caso in cui la proprietà venga trasferita a uno solo dei figli, gli altri eredi potrebbero fare valere i propri diritti sul bene gestito dal ricevente della donazione, specie se questi decidesse di venderlo o ristrutturarlo.
Inoltre, un altro svantaggio della donazione immobiliare è la difficoltà ad eventualmente vendere il bene in futuro, dato che il processo di trasferimento espone chi effettua l’acquisto a possibili azioni legali degli eredi.
Nel specifico, se si è beneficiato dell’agevolazione fiscale del bonus prima casa per effettuare la donazione, è sconsigliato vendere il bene prima dei 5 anni perché si potrebbe essere obbligati a restituire l’agevolazione e ad affrontare le conseguenti sanzioni. Al contrario, se non si è ottenuto nessun agevolazione fiscale, si può vendere l’immobile in qualsiasi momento.
La vendita di un immobile ricevuto in donazione, invece, è perfettamente legittima, ma può causare problemi in caso di decesso del donatore. Infatti, il bene potrebbe essere lasciato ai figli in parti uguali, sotto forma di “quote” definite dalla legge. In pratica, se un figlio riceve un immobile in donazione e poi lo vende, alla morte del donatore gli altri eredi potrebbero esercitare i loro diritti sul bene già venduto. La conseguenza è che l’acquisto di un bene donato potrebbe non essere sempre agevolato sul mercato immobiliare, a causa delle restrizioni ad esso legate.
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