Contratto di locazione: quando è possibile recedere?

La questione della possibilità di recedere anticipatamente da un contratto di locazione è rilevante sia per il proprietario dell’immobile che per l’inquilino. Tuttavia, la certezza giuridica sulle condizioni per farlo varia a seconda del soggetto coinvolto.

Il proprietario può decidere di non confermare il primo rinnovo del contratto, che si estende di solito per un altro periodo di durata simile a quello originale. È importante, tuttavia, notare che ci sono anche limitazioni ad essa. In particolare, il proprietario può impiegare questa opzione solo per determinate ragioni, come l’intenzione di utilizzare l’immobile per fini personali o professionali, la necessità di venderlo, l’esistenza di gravi danni all’edificio che lo ospita o se l’inquilino non sta dimorando continuamente nell’immobile senza giustificazione.

L’inquilino, per contro, ha più possibilità di recedere anticipatamente dal contratto di locazione. Ciò può accadere se le parti hanno previsto un accordo a tal fine, se nella clausola di risoluzione anticipata è prevista un’espressa facoltà di recesso, o se ci sono “gravi motivi” come cambiamenti personali e situazioni di difficile gestione. Questi motivi possono essere, ad esempio, la perdita del lavoro o il trasferimento in un’altra città, l’aumento del nucleo familiare o il verificarsi di difetti strutturali dell’immobile che ne ostacolano la vivibilità.

In ogni caso, ci sono condizioni che l’inquilino deve soddisfare per esercitare il diritto di recesso anticipato. Dovrà essere in grado di dimostrare l’imprevedibilità dell’evento che ha causato il recesso, il suo effetto sulla sua vita e la mancanza di altre soluzioni praticabili. La legge, in ogni caso, cerca di proteggere gli inquilini che si trovino in situazioni difficili, lasciando loro la possibilità di riconsiderare le loro scelte e prendere decisioni informate sulla loro casa, in ogni momento del percorso di locazione.

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