Il Nuovo Reato di Occupazione Abusiva: Un Passo Cruciale per la Tutela della Proprietà e l’Ordine Pubblico
Con l’approvazione, da parte della Camera, dell’articolo 634-bis del Codice penale, che introduce pene fino a sette anni per chi occupa immobili destinati a domicilio altrui, si segna un importante passo avanti nella regolamentazione del fenomeno delle occupazioni abusive. Tuttavia, la norma contenuta nel disegno di legge “Sicurezza” non è ancora definitiva, poiché dovrà essere sottoposta all’esame finale del Senato, per poi essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
L’Occupazione Abusiva di Immobili: Un Fenomeno in Crescita
L’occupazione abusiva è un problema che colpisce soprattutto le grandi città italiane, dove il costo degli alloggi è spesso insostenibile per una parte della popolazione. Secondo l’ultimo rapporto Nomisma e Federcasa basato su dati del 2016, erano circa 30.000 gli immobili occupati illegalmente in Italia, un numero che potrebbe essere cresciuto negli anni successivi.
Confedilizia offre una panoramica più dettagliata della situazione nelle principali città italiane. A Roma, si contano circa 6.834 appartamenti pubblici occupati da quasi 12.000 persone. Palermo registra circa 3.000 case occupate, mentre Catania e Genova variano da poche centinaia a diverse migliaia. A Reggio Calabria, circa 110 abitazioni sono occupate da famiglie rom, e Torino e Venezia contano rispettivamente 24 e 19 immobili occupati.
Questi dati dimostrano come l’occupazione abusiva sia un fenomeno concentrato nei grandi centri urbani, dove la carenza di alloggi accessibili e l’alto costo della vita spingono alcune persone a ricorrere a soluzioni illegali per trovare una casa.
Il Nuovo Reato di Occupazione Abusiva: L’Art. 634-bis del Codice Penale
Con l’introduzione dell’articolo 10 del ddl Sicurezza, la Camera ha approvato il reato di “occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui”, codificato nel nuovo articolo 634-bis del codice penale. Questa disposizione rappresenta una risposta legislativa a un problema diffuso, che ha conseguenze non solo legali ma anche sociali.
La norma prevede che chiunque occupi o detenga senza titolo un immobile destinato a residenza altrui, usando violenza o minaccia, o impedisca al legittimo proprietario di accedere alla propria abitazione, sia punito con una pena detentiva che varia da due a sette anni. La sanzione si applica anche a chi si appropria di un immobile con l’uso di raggiri o lo cede a terzi.
Le Implicazioni Sociali della Nuova Norma
L’introduzione di questa norma non risponde solo all’esigenza di tutelare la proprietà privata e l’ordine pubblico, ma cerca anche di dare una risposta a una questione sociale complessa. Il fenomeno delle occupazioni abusive, infatti, è spesso strettamente collegato alla mancanza di alloggi accessibili e alle difficoltà economiche di famiglie che non possono sostenere i costi della casa.
Nelle grandi città italiane, la carenza di soluzioni abitative per le fasce più deboli ha alimentato il fenomeno delle occupazioni illegali, con conseguenze negative sia per i proprietari che per gli occupanti. La nuova legge mira a fornire una risposta forte a queste problematiche, permettendo alle forze dell’ordine di intervenire più rapidamente su disposizione del giudice per eseguire gli sgomberi.
Tuttavia, questa normativa mette in evidenza un problema più ampio, ossia la necessità di politiche abitative che affrontino le radici profonde del fenomeno. Se, da un lato, l’articolo 634-bis garantisce una maggiore protezione ai proprietari, dall’altro potrebbe accentuare la vulnerabilità di coloro che occupano per necessità, evidenziando la mancanza di alternative abitative.
Conclusione
L’approvazione dell’articolo 634-bis del Codice penale rappresenta un’importante evoluzione nella lotta all’occupazione abusiva, rafforzando la tutela della proprietà e l’ordine pubblico. Tuttavia, affinché questa normativa sia davvero efficace, è fondamentale che venga accompagnata da politiche sociali in grado di rispondere alla crescente domanda di alloggi accessibili per le fasce più deboli della popolazione.
Il diritto alla proprietà e il diritto alla casa non dovrebbero essere in contrapposizione, ma parte di una più ampia strategia di inclusione e sostenibilità abitativa. Solo così sarà possibile affrontare alla radice il fenomeno delle occupazioni illegali e garantire giustizia e dignità a tutte le parti coinvolte.